martedì 1 luglio 2014

Superstizione e scaramanzia vip MASSIMILIANO ROSOLINO

Mia sorella mi porta bene, ma alle mie gare purtroppo non veniva mai


Massimiliano Rosolino
"Se qualche persona che mi è cara voleva venire in piscina ad assistere a una mia gara importante, doveva prima sottostare a una sorta d’esame di “avvicinamento”. (Racconta Massimiliano Rosolino) Proprio come a scuola guida, dove se vuoi prendere la patente devi passare la teoria, per essere ammesso alla pratica. Chi non superava la mia prima verifica era meglio che poi se ne stesse a casa sua, piuttosto che venirmi a tifare a bordo vasca, quando ero impegnato in una competizione decisiva.
Scherzi a parte, non credo che qualcuno seduto sulle gradinate possa davvero portarmi male, ma a volte, qualche persona che era presente quando combinazione ho perso non mi trasmette grande positività. Allora, per scaramanzia, preferisco che non torni la volta seguente. Ma alla fine, bocciati o rimandati, tutti gli amici e i miei cari, prima o poi, m’hanno portato fortuna, e con loro a farmi il tifo ho vinto.
I miei genitori, ad esempio, mi portano bene, ma è mia sorella la numero uno! Peccato che sia sempre molto impegnata e nella mia carriera abbia assistito solo a un paio di mie gare... Con lei in piscina a tifare, sono sempre andate alla grande. Spettacolari!
Natalia, invece, pur essendo la persona che avrei gradito di più al mio fianco, statisticamente è sempre stata quella che creava più problemi. Le donne spesso non sono autonome e il pensiero premuroso che possano annoiarsi o che tu debba andare su e giù dagli spalti per salutarle ti distrae, togliendoti la concentrazione assolutamente necessaria per affrontare una competizione. Una volta, visto che le mie due prove precedenti non erano state brillanti, e peggio di così non poteva andare, ho detto a Natalia (Titova, ballerina, nda) che alle successive qualificazioni sarebbe potuta venire... Così, se fosse andata di nuovo male, almeno avrei potuto scaricare la colpa su di lei, ah ah ah!".

 L'intervista a Massimiliano Rosolino è di Gian Maria Aliberti Gerbotto


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